Passa ai contenuti principali

BATTISTI, KOMPAGNI E LA SUPREMAZIA CULTURALE

La presunta supremazia culturale della sinistra si è infranta sul Cesare Battisti. Il terrorista più difeso e protetto nella storia italiana. Una vicenda che può chiudersi oggi con il suo arrivo in Italia. In breve, nel 2004, arrestato in quella Francia che lo aveva protetto per lunghi anni grazie alla "dottrina Mitterrand", decine di intellettuali veri e sedicenti firmarono in massa un appello per la sua scarcerazione. Un movimento simile si mise in moto anche nel Brasile di Inacio Lula da Silva in in suo favore questa volta Bernard Henry-Levy e Gabriel Garcia Marquez. Inoltre una nota scrittrice francese, Fred Vargas, in un suo pamphlet, La vérité sur Cesare Battisti, uscito nel 2004, descriveva l’Italia degli anni di piombo come un Paese decisamente più illiberale e autoritario del Cile di Augusto Pinochet, e dipingeva i terroristi rossi come eroi di una guerra civile persa dalla parte giusta soltanto grazie agli arresti di massa: con decina di migliaia di quei “democratici oppositori” sbattuti in carcere fra torture, tribunali speciali peggiori di quelli del fascismo, e migliaia di arbitrarie sentenze sommarie. Ma se oggi fossero intervistati, chissà che cosa direbbero di Battisti quanti avevano firmato quell’appello mistificatorio del 2004. Nell'appello si leggevano affermazioni: "Dal momento della sua fuga dall’Italia, prima in Messico e poi in Francia, Cesare Battisti si è dedicato a un’intensa attività letteraria, centrata sul ripensamento dell’esperienza di antagonismo radicale che vide coinvolti centinaia di migliaia di giovani italiani e che spesso sfociò nella lotta armata. La sua opera è nel suo assieme una straordinaria e ineguagliata riflessione sugli anni Settanta, quale nessuna forza politica che ha governato l’Italia da quel tempo a oggi ha osato tentare". Continuava così: “Nulla lega Battisti a terrorismi di sorta, se non la capacità di meditare su un passato che per lui si è chiuso tanti anni fa. Trattarlo oggi da criminale è un oltraggio non solo alla verità, ma pure a tutti coloro che, nella storia anche non recente, hanno affidato alla parola scritta la spiegazione della loro vita e il loro riscatto". E ancora "C’è chi ha interesse a che una voce come quella di Cesare Battisti venga tacitata per sempre. Chi, per esempio, contribuì alle tragedie degli anni Settanta, militando nelle file neofasciste o in quelle di organizzazioni clandestine quanto i Proletari armati per il comunismo, chiamate Gladio o Loggia P2, e sospettate di un numero impressionante di crimini. Chi fa oggi della xenofobia la propria bandiera. In una parola, una gran parte del governo italiano attuale”. "La vita di Cesare Battisti in Francia è stata modesta, piena di difficoltà e di sacrifici, retta da una eccezionale forza intellettuale. È riuscito ad attirarsi la stima del mondo della cultura e l’amore di una schiera enorme di lettori (…). È un uomo onesto, arguto, profondo, anticonformista nel rimettere in gioco fino in fondo se stesso e la storia che ha vissuto. In una parola, un intellettuale vero". Non ci si sofferma ora che tra i firmatari vi era anche un giovane Roberto Saviano. Si evidenzia, come sin dall’inizio di questo pezzo, l’inciampo di una sinistra radicale, oggi, fuori dalla politica dei palazzi, e che cerca di distinguersi, dal politicamente corretto in ambito di Giustizia come in questo caso. Così gente, come Ferrando, Ferrero, Caruso, chiede l’amnistia di Battisti, per svariati motivi, incentranti il tema del dimenticatoio. Visto ormai che sono passati più di quarant’anni dai fatti di morte di 4 persone e di un paralitico. Ma al di la del farneticare o meno in tema Battisti, l’inciampo della sinistra radicale è formalmente un errore tecnico. Si possa essere d’accordo o meno, tutti chiedono l’amnistia di Cesare Battisti. Ma tale provvedimento di clemenza è generalizzato a categorie di condannati. Recidivi e delinquenti abituali, sono esclusi. Quando ci si rivolge ad un solo condannato, si chiede la grazia. Ignoranti.

Commenti

Post popolari in questo blog

ISRAELE, PALESTINA E I GIOVANI D'OGGI

  Il livello di strumentalizzazione politica della sinistra italiana ha raggiunto picchi verso il basso così talmente gravi da fare indurre a una riflessione sul livello di ignoranza giovanile, intesa come disinformazione storica, nei confronti della Politica internazionale.  Premettendo che ognuno è libero di pensare e manifestare per qualunque causa si ritenga giusta, occorre avere sott’occhio due cenni storici dell’origine della terra contesa sin dalla notte dei tempi. Una interessante spiegazione sulla città di Gaza della Prof.ssa Daniela Santus, docente del dipartimento di letteratura e lingue straniere e Cultura Moderna, dell’Università di Torino, afferma che Gaza non nasce come città palestinese o islamica. Da un punto di vista storico sappiamo che il Faraone Thutmose III, alla guida delle sue truppe, nel 1457 a.C., proprio a Gaza, sceglie di celebrare il ventitreesimo anniversario della sua ascesa al trono. L’islam nascerà quasi 2100 anni dopo che Gaza aveva ospitato i festeggi

VATICANO E ONG. UNA PARABOLA RISCHIOSA

  Il rapporto privilegiato che la Chiesa, a partire da Papa Bergoglio, ha creato in questi anni con Mediterranea, la ong dell’ex antagonista veneziano Luca Casarini pare sia raccontato attraverso le intercettazioni compiute dalla Guardia di finanza per conto della Procura di Ragusa, nell’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a carico di Mediterranea.  Qualche anno fa abbiamo pubblicato un libro dal titolo Club San Gallo (Fides Edizioni – Gruppo Les Flaneurs) in cui si immaginava un intreccio tra politiche migratorie e Vaticano. Di seguito si possono leggere degli stralci che riportano quasi alla realtà …”Il mondo ha bisogno di un indirizzo e noi abbiamo il dovere di fornirglielo». Dannieels, ancora estremamente lucido, sembra non temere gli attacchi del suo ospite e decide di proseguire la spiegazione: «Il suo amico Massimo aveva il privilegio di custodire molti dei nostri progetti, ma non era a conoscenza del piano più rivoluzionario del Club San Gallo. Purtroppo

DENATALITA' UN PROBELAM SUBDOLO PER LA SOCIETA'

  I baresi non fanno più figli. Pare che più della metà dei baresi non ha figli e per buona parte di essi non è un progetto di vita. Un terzo di chi è padre o madre ha solo un figlio e solo una minima percentuale dei casi ne ha più di tre. Bari, con Verona, è la città d’Italia con la media più bassa di figli pari a 1,9 per famiglia. Secondo lo studio di Ipsos, il 34% dei baresi rimanda l’essere genitore a causa del lavoro tanto che nel 21% dei casi la mancanza di un lavoro stabile è la causa principale del non avere figli. L’introduzione di incentivi al lavoro femminile, il rafforzamento delle politiche di sostegno alle famiglie per le spese educative, scolastiche e per le attività sportive e culturali, e la riforma dei congedi parentali con l’introduzione di congedi di paternità, sono alcune delle misure che i baresi indicano per contrastare la denatalità. Secondo il report, per quasi la metà dei cittadini di Bari un ruolo chiave è giocato dalle imprese che possono favorire la natalit